No, non direi.
Erano le foto sul mio telefono e ho deciso di condividerle perché ritengo che siano ... chiarificatrici nel trasmettere (e per me nel comprendere) il mio pensiero in merito a ciò a cui penso. Molto semplice. Si, .... ok. Semplice.
Pausa pranzo. E tu sei a casa, probabilmente infilata nell'armadio. D'accordo. Mi devo fermare qui al dipartimento perché se esco a quest'ora mi ritrovano liquefatto su qualche marciapiedi imprecisato tra qui e lo Star... non ci penso neanche di striscio. Spero soltanto che il tecnico sia andato a montare il condizionatore (e non un boiler)... bisogna andare in vacanza. In montagna, sperando in qualche tempesta allucinante o in qualche malefico cambio di temperatura dovuto a qualche... intervento alieno. Mi andrebbe bene tutto prima di squagliarmi.
Parliamo di cose serie... cose serie.
E' strano come tutto cambi di prospettiva alla luce del giorno. Pensieri e problemi che di notte sembrano insormontabili, alla luce del giorno prendono all'improvviso tutto un altro significato. Non so se sia una cosa più o meno positiva, di fatto succede che poi non riesco mai a rendermi conto... Voglio dire, se di notte cambiare una lampadina mi sembra un'impresa titanica e di giorno mi sembra una cazzata... in realtà, cambiare una lampadina che tipo di impresa è? Se la verità sta nel mezzo, è qualcosa che dovrebbe apparire normale, ma perché allora di notte diventa un'impresa?
Qual'è la parte giusta del vedere le cose?
Ieri sera pensavo a quello che mi ha detto. Dice che le manca il tempo che perdevamo assieme. Vero che si sono infilati in mezzo un sacco di impegni, di problemi, di responsabilità.... Ma non è vero che ci siamo persi. Forse abbiamo individuato un altro modo di comunicare, forse abbiamo preso un po' più seriamente i nostri ruoli ma alla fine siamo sempre qui. Servono ferie. Servono assolutamente, non posso lasciarle intendere che non ho certi pensieri, non posso perché sarebbe una balla colossale, io le cose le penso eccome, altro che. Le macchino, le traffico e le ho tutte qui, soltanto che come mi viene da aprire bocca e lasciarle uscire, salta fuori... un problema, un pensiero, una tristezza, un grattacapo un cazzinculo che mi costringe a pensare a qualcosa di più "serio" di tutto quello a cui stavo pensando. Insomma era lì, era lì in braccio e faceva le coccole. E le è venuto il pensiero triste. Io mi incazzo a morte quando succede, non voglio che i suoi pensieri siano cupi, non voglio. Basta, fine, faccio quello che mi piace e non mi può incupire, vorrei che lei facesse lo stesso, che facesse quello che le piace senza pensare che porta via questo o quello. Insomma non è che si può vivere rinchiusi a vita, puoi farlo per un giorno, una settimana, ma poi le cose da raccontarsi finiscono e che hai fatto? Niente. Mi fa piacere che vada in giro, l'amica (tranne UNA), l'amico, i compagni d'università, ecco, quelle sono cose da raccontare... però... però sul fatto che ci serva tempo per noi, su quello non posso darle torto. Ha ragione. Ancora qualche giorno e poi organizzeremo la nostra vacanza. Giuro. E' ... importante. Importante per NOI.
Torniamo a controllare le prove di sto caso va... andiamo, meglio che smetta di pensare prima di farmi venire il mal di testa... e poi mi tocca.... torno al lavoro.
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